16 luglio
TAGJKISTAN
Frontiera- Dangara ( 280 km circa)
L’uscita dall’Uzbekistan è stata allucinante. Tre ore ci
sono volute! Abbiamo dovuto compilare dei formulari in cui dichiarare quanto
denaro possedevamo; ci hanno perquisito le borsette alla ricerca di monete
antiche e droga. La doganiera mi ha svuotato l’astuccio dei medicinali,
chiedendo spie-
gazioni su ogni medicina, in particolare sulla siringa con l’adrenalina che ho
sempre con me, dato che soffro di allergie. Quando finalmente mi hanno apposto
il timbro d’uscita sul passaporto non ho potuto percorrere i 10 metri di distanza da
Knut e dalla moto. Quando finalmente un funzionario addetto al controllo
bagagli è arrivato ( 2 ore dopo) ha perquisito minuziosamente i bagagli ( Knut
ha dovuto smontare tutto!) svuotato completamente i sacchetti coi medicinali e
chiesto spiegazioni su ogni prodotto. Poi è passato al computer, l’ha acceso ed
è andato a visionare tutte le fotografie scattate nel suo idiotissimo Paese!!
Abbiamo così perso tre ore per…cretinate burocratiche. Per fortuna la frontiera
tagika ci ha preso solo mezz’ora. I funzionari sono stati cortesi, sorridenti e
rapidi. L’impatto con le strade tagike e con la guida dei locali è stato subito
tremendo: sterrate miste a tratti con asfalto rovinato e buche e velocità tra i
20 e i 30 km
l’ora. Appena la strada lo consentiva acceleravo, così dopo una curva la polizia
ci ha fermato, contestandoci un eccesso di velocità: 75 km l’ora dove il massimo
era 60. Abbiamo spiegato di non aver visto alcun cartello, dalla frontiera sin
lì, che indicasse i limiti da rispettare. I poliziotti sono stati gentili, ci
hanno lasciato andare augurandoci “ Welcome in Tajikistan”. Verso le 13,30
arriviamo a Dushanbe, la
capitale. Decidiamo di fermarci solo per prelevare contante (
1000 somoni = 210 dollari) e ripartire subito poiché la strada da percorrere è
lunga ed è ancora presto. Si rivelerà un errore. La strada verso sud, per
Dangara e Kuliob, si presenta tutto sommato discreta, anche se con fondo
rovinato e costellato di buche. Si va a rilento anche perché gli altri, sul
transalp, vanno molto lenti e siamo costretti a fermarci spesso per aspettarli.
Il panorama, nei tratti montani, è bello. All’uscita da un tunnel ci fermiamo a
scattare numerose foto al lago artificiale di Nurek. Bellissimo! Incontriamo
una coppia di russi su un BMW come il nostro, ma riusciamo a scambiare solo
poche parole poiché non parlano inglese. Verso le 17,30 decidiamo di fermarci a
Dangara per la , poiché mancano ancora 80/90 chilometri a Kuliob. Le uniche due
gastinizu (alberghi) che ci indicano sono fatiscenti, sporchissimi, senza acqua
corrente. Finiamo per chiedere a un ristorante se possiamo dormire sui charpoy
( i larghi baldacchini su cui si mangia) dopo la chiusura. Passiamo
così una notte allucinante, all’aperto, dormendo vestiti nei sacchi a pelo,
accompagnati dal latrare dei cani e dal rumore dei veicoli in transito.
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