18 luglio
Kalaikum-Korog ( 245 km.)
La mattina ci svegliamo con le ossa rotte, stanchissimi.
Knut accusa ancora dolori al ginocchio sinistro a causa delle cadute. Dopo
colazione, verso le 9, partiamo. Impieghiamo quasi tutta la giornata per
percorrere la distanza che ci separa da Korog. La strada è un po’ meglio di
quella di ieri, nel senso che non si attraversano i letti dei fiumi, ma è
sempre disastrata, inoltre è percorsa da molti camion che è difficile
sorpassare e che c’investono di polvere. Incrociamo anche parecchi fuoristrada
lanciati a velocità folli su questa strada. In un punto la strada è interrotta
da un ruscello, in un altro da una cascatella, così, per prudenza, scendo e
lascio che Knut superi da solo i punti critici. Facciamo conoscenza con un
danese, su un Kawasaki 650, diretto a Korog come noi. Spesso incontriamo posti
di controllo dove dobbiamo mostrare i passaporti e in cui registrano anche la
targa delle moto. Il paesaggio è splendido: imponenti montagne, alcune con le
cime innevate, sorgono sia sul versante tagiko sia su quello afgano. I piccoli
villaggi che attraversiamo sono immersi nel verde di grandi alberi, per lo più
noci, albicocchi e filari di pioppi lungo la riva del fiume. I villaggi afgani
hanno minuscole casette di mattoni di fango che si mimetizzano con le aspre e
scoscese montagne marroni. Altri sono semi nascosti da pioppi flessuosi,
attraversati da impetuosi ruscelli.
Alle 17 arriviamo a
Korog e prendiamo alloggio per due notti al Lal’In Hotel. E’ un posto grazioso,
con un bel giardino ricco di fiori e alberi, in cui sorgono tre piccoli gazebo.
La camera è grande e ben arredata.
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