2 agosto
Barnaul-Onguday (446 km .)
La mattina si presenta limpida, con un cielo azzurro che
mette allegria. Partiamo presto perché domani vorremmo passare la frontiera con
la Mongolia, visto che resta chiusa sabato e domenica.
La strada è in ottime condizioni, la moto corre veloce sul
filo dei 100/110, sempre però rispettando i limiti di velocità. Presto i campi
lasciano il posto ai boschi di pini e di betulle. Lungo la strada i contadini
espongono su banchetti improvvisati vasetti di mirtilli e di lamponi, miele e
dei mazzi di rametti di quercia e betulla…mah! Chissà a quale uso sono destinati!
Dopo circa 150
chilometri siamo entrati nella regione della repubblica
degli Altai e sono apparsi i primi monti coperti di foreste. Abbiamo pranzato
con zuppa (bortsh) e patate fritte in un simpatico locale fatto di tronchi.
All’uscita siamo stati circondati da un gruppo di giovani appartenenti a
qualche corpo militare che hanno voluto
scattare alcune fotografie a noi e all’Adventure. Ripresa la strada dopo poco
il cielo s’è rannuvolato e, qualche decina di chilometri più avanti, ha
iniziato a piovere ( governo ladro!). Siamo riusciti ad indossare gli indumenti
antipioggia appena in tempo perché in breve la pioggia s’è intensificata.
Stanchi, umidi e infreddoliti, verso le 16 ci siamo fermati al paese di Onguday,
dove abbiamo faticato a trovare una gastinitza (albergo) che ci desse una
camera. Alla fine ne abbiamo trovata una che, per 1000 rubli ( 25 €) ci ha dato una stanza nella
dependance. Ora abbiamo appena finito di cenare con risotto ai funghi porcini,
cucinato sul fornellino in balcone, formaggio, pane nero e birra. Manca solo un
bicchierino di vodka, votka come dicono i russi, per concludere la giornata. Il cielo si
è rasserenato e una luce dorata carezza le montagne mentre il sole tramonta.
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