ShinyStat

Utenti connessi

martedì 14 agosto 2012

11 agosto Barunturuun-Asgat


11 agosto
Barunturuun-Asgat (190 km ca.)
Anche oggi il tempo è bello. Imboccata la strada nord A18 ci dirigiamo verso Tes. 25 chilometri dopo,appena scesi dalle colline, la pista diventa sabbiosa. Peggiora di mano in mano che ci avviciniamo alle Altan Ells, grandi dune di sabbia. Vediamo dei cammelli in lontananza che brucano la stenta erba di questa steppa. Procediamo lentamente mentre le ore scorrono. Dopo un’ottantina di chilometri finalmente il percorso scende verso sud e le montagne e la sabbia gradatamente diminuisce. Arriviamo ad Asgat verso le 16 e ci fermiamo per fare il pieno. Il villaggio è minuscolo e la pompa di benzina è la più arcaica mai vista: funziona a manovella e la benzina è solo 80 ottani, quindi facciamo solo 20 litri. La benzinaia, in un inglese approssimativo ci dice che non ci sono alloggi e ci suggerisce di fermarci in un paese prima del lago Nomrog ( distante 56 km). Ripartiamo in tutta fretta, ma dopo circa 3,5 km udiamo un forte “CRAAKK” e ci troviamo quasi seduti per terra. L’ammortizzatore posteriore si è spezzato in due! Knut resta sulla BMW per tenerla in piedi, mentre io cerco delle pietre da inserire sotto le borse d’alluminio. Fatto ciò Knut si rende conto che la moto è inamovibile. Non ci resta che cercare aiuto, quindi, mentre mi dirigo a piedi verso una specie di fattoria intravista prima, ad un paio di chilometri, Knut resta a sorvegliare la moto che si trova nel bel mezzo della pista. Per colmo della sfiga inizia pure a piovere, in un attimo mi ritrovo sotto un diluvio d’acqua. Ho tenuto il casco in testa per fortuna e ho la giacca impermeabile, ma i calzoni diventano subito zuppi. Arrivata alla fattoria, mi accorgo che la porta è chiusa con un lucchetto, non si vedono mezzi né animali, solo un cane che mentre mi avvicino gridando “ Help!” mi si avventa contro abbaiando furiosamente. Proseguo verso la casa, seppur con qualche timore, ed ecco apparire due ragazzini. Non capiscono bene cosa voglio, ma che ho bisogno d’aiuto sì. Chiedo se c’è il padre, allora mi conducono poco lontano, ad un recinto con tre gher.  Due donne, le madri, capiscono più dal tono di voce e dalla mia espressione disperata che mi serve aiuto. Riesco a far capire che mi serve un mezzo per recuperare una moto rotta a 2 chilometri da lì. Inizia una lunga odissea, telefonate, arrivo di un pullmino che mi accompagna, insieme alla donna, ad un’altra gher all’inizio del villaggio dove due uomini stanno scaricando tronchi da un camioncino. Spiego concitatamente di cosa ho bisogno, indicando il camion e facendo capire che pagherò. Finalmente, dopo un’ora, i due uomini e la figlia di uno dei due mi accompagnano nel punto dove la moto s’è fermata. Knut nel frattempo ha scaricato i borsoni e il bauletto posteriore, smontato l’ammortizzatore e trovato un modo per poter fare una riparazione provvisoria e poter spostare il mezzo. Così, spiegato a gesti ciò che gli serve, il padrone del camion fa capire di avere un saldatore per cui Knut torna con lui e l’altro uomo alla gher, mentre io rimango di guardia alla moto insieme alla ragazza che resta a farmi compagnia. Trascorre più di un’ora prima che tornino, ormai il sole è tramontato ed è quasi buio quando Knut riesce a montare la provvisoria sostituzione dell’ammortizzatore, cioè due barre filettate. Nel frattempo chiedo alla ragazza se c’è un posto dove dormire, lei parla col padre che ci invita a trascorrere la notte da loro. Pensavamo di montare la tenda all’interno del loro recinto, invece ci ospitano nella gher . Accettiamo volentieri, ci sediamo all’interno su dei tappetini e ci guardiamo intorno. La ragazza con cui ho chiacchierato e che mi ha tenuto compagnia allatta un bimbo di circa un anno, mentre la madre alimenta la grande stufa su cui sta un grosso paiolo in cui sobbolle del liquido .Ci offrono il te salato con burro di yak e fette di pane. Noi allora offriamo la bottiglietta di cognac e apriamo quella di vodka. Poi cuciniamo all’aperto la mexicansk gryte e la condividiamo con loro. Siamo stupiti dal fatto che il vispo bimbetto la mangi di gusto, nonostante sia piccantina, anzi ci porta la scodella per farsela riempire di nuovo. Quando capiamo che s’è fatto tardi stendiamo i sacchi a pelo sui tappeti, al centro della gher, e ci addormentiamo subito.































Nessun commento:

Posta un commento