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domenica 1 luglio 2012

26/06 Tabriz / Miyandoab


26/06

 Dopo colazione abbiamo fatto una visita al bazar. Veramente interessante e ancora molto genuino,f senza che alcun commerciante cercasse di attirarti nel suo negozio come al bazar di Aleppo o a quello di Marrakesh. Abbiamo percorso diversi corridoi stretti e poco illuminati, dagli alti soffitti a volta, in mattoni. I banchi della frutta secca, dei semi e delle spezie hanno catturato subito la nostra attenzione, così  profumati e ricchi di colori. Ad un crocevia un simpatico signore sulla porta di un minuscolo negozio di monete ci ha rivolto la parola in buon inglese. Ha voluto sapere da quale Paese provenissimo, che mestiere svolgevamo e quando ha saputo che sono insegnante ha detto che lo era anche lui: insegnante di storia. Poi ha voluto una fotografia con noi che Pinuccio prontamente ha scattato. Usciti dal bazar abbiamo cambiato della valuta da…un gioielliere che ci ha fatto un ottimo cambio, poi siamo rientrati in hotel, abbiamo caricato le moto e siamo partiti per visitare Kandovan, paesino caratteristico simile a quelli in Cappadocia.
Purtroppo siamo arrivati insieme al temporale e abbiamo dovuto cercare riparo in tutta fretta, rifugiandoci in una specie di locanda con tettoie di lamiera a coprire i tipici divani/soppalchi, coperti di tappeti, dove gli iraniani mangiano o bevono il te. Scelta ottima. Abbiamo pranzato con zuppa di ceci, patate e carne, kebab e pane piatto, non lievitato, in grandi fogli. Unica nota stonata non ho potuto bere la birra analcolica perché alle donne non viene servita! Sto paese maschilista inizia ad irritarmi, anche se le persone incontrate si dimostrano gentilissime e desiderose di parlarci.
Dopo un paio d’ore, passato il temporale ci siamo incamminati, osservando e fotografando le case trogloditiche addossate le une alle altre: un villaggio di coni di tufo, scalinate e vicoli in pietra.
Bazar di Tabriz
Bazar di Tabriz
l'inquitante macellaio





 

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