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domenica 1 luglio 2012

28 / 06 Shenandaj / Esfahan



28/06
I primi 5000Km.
Oggi è stata durissima, quasi 700 km fino ad Esfahan, scendendo dalle montagne, dove la temperatura era sui 26° fino alle propaggini del deserto, attraverso un paesaggio da girone infernale. Dopo Hamadan solo montagne aride, cave e polvere, polvere e un grigiore indefinito ci hanno accompagnato per un centinaio di chilometri sino ad incrociare l’autostrada proveniente da Teheran. Imboccatala in direzione sud, ben presto il termometro è schizzato sino a toccare i 38°. Fortunatamente di lì a poco il cielo si è rannuvolato e abbiamo potuto viaggiare a temperature più accettabili ( 34°). La cosa peggiore per me è dover indossare una tunica a maniche lunghe sotto il giubbino traforato e, peggio che mai, avere sempre la sciarpa al collo da tirarmi sul capo appena tolgo il casco. In autostrada il traffico di mezzi pesanti è allucinante: si superano a vicenda, con grande lentezza, sbuffando miasmi nerissimi. Le strade finora percorse sono comunque in buono stato, migliori di quelle turche. Per arrivare all’hotel ( Melal ) proprio nelle vicinanze del famoso ponte a 33 arcate, abbiamo impiegato quasi un’ora! Il problema risiede nel folle modo di guidare degli iraniani: devono, assolutamete devono spingere l’acceleratore al massimo, infilarsi nel minimo spazio e non rispettare mai semafori, precedenze o…pedoni che cercano di attraversare. Difatti a Esfahan mentre attraversavamo sulle strisce, abbiamo evitato di essere investiti da un’automobile che sopraggiungeva a più di 100 km l’ora, balzando sul salvagente! 

Quattro chiacciere con un camionista Iraniano








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