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sabato 14 luglio 2012

12 luglio Kiva-Buqara

12 luglio
Kiva-Buqara
Sono sfebbrata da ieri pomeriggio perciò possiamo ripartire.
Alle 7,30 lasciamo la città-museo, attraversando i suoi vicoli. Passiamo addirittura tra gente sdraiata a dormire nelle coperte stese in mezzo alla strada! Percorriamo una novantina di chilometri su strade secondarie. Poi, passato il ponte stradale/ferroviario sull’Amu Darya, imbocchiamo la A300, dove ha inizio un incubo che proseguirà per circa 150/160 chilometri. La strada non c’è! Forse una volta era una strada, ora è solo un susseguirsi di buche, profonde anche 30 cm., terra, resti di asfalto, dossi e cunette provocati dai grossi camion che la percorrono, e sabbia. In un tratto di qualche metro la sabbia ha invaso tutta la carreggiata e, quando vi passiamo sopra…la moto cade e noi anche! Per fortuna non ci facciamo male, riuscendo a districare piedi e gambe da sotto le borse d’alluminio e atterrando sulla duna, ma la moto è sprofondata. In nostro soccorso arrivano alcuni camionisti che, in men che non si dica, la sollevano. Impieghiamo circa 4/5 ore prima di arrivare al punto in cui è pronta una carreggiata nuova, a senso alternato. Sono le 16,00 quando entriamo all’hotel Caravan, dove gli amici ci attendono. Loro, il giorno prima hanno impiegato 12 ore!
Dopo una bella doccia e un po’ di relax usciamo per vedere la città.
Il sole è ancora caldo. In giro si vedono solo turisti disfatti e…tutto sembra chiuso, morto. Troviamo finalmente un locale, dove sederci in terrazza e gustare due birre gelate, ammirando lo spettacolo del minareto Kalon e delle Medrasse. Rinfrescate le gole ci dirigiamo sulla piazza del Minareto. E’ altissimo, in mattoni, traforato in cima. Visitiamo la Moschea Kalon, lì accanto, dalle splendenti cupole turchese  e dall’ampio cortile, con un grande albero al centro. Vorremmo visitare anche la Medressa di Mir-i-Arab, che si staglia, gigantesca, proprio di fronte, ma ci viene impedito. Torniamo in hotel attraverso un ramo dei bazar coperti. Ceniamo sulla terrazza del ristorante Dolon, osservando il cielo che trascolora mentre l’oscurità della sera è accesa dalle luci dei minareti. 

























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