9 luglio
La notte nel deserto è qualcosa di unico. Miliardi di stelle
ricamate su nero velluto. Spira una brezza leggera, non s’odono rumori, solo,
di tanto in tanto, il belato di una delle capre nel recinto del turkmeno. Alle 4,30 mi sveglio. La palla
rossa della luna sta tramontando dietro le dune. Vedo i corpi dei miei compagni
di viaggio stesi a terra nei loro sacchi a pelo. Ripiombo nel sonno e quando mi
risveglio, un’ora dopo, è già chiaro. L’autista prepara il te, che beviamo
avidamente sgranocchiando qualche biscotto. Poi arriva il momento dei saluti.
Lascio un pacchetto di sigarette e qualche dollaro al capofamiglia,
ringraziandolo per l’ospitalità. Alle 6,30 le moto rombano sulla strada.
Arriviamo alla frontiera di Dashoguz poco prima di mezzogiorno. Salutiamo il
nostro autista augurandogli un buon ritorno ed entriamo. Le procedure di uscita
vanno per le lunghe perché, essendo ora di pranzo tutti spariscono. Abbiamo
aspettato un’ora prima di poter completare la procedura. Dopodichè
è la volta della dogana uzbeka. Dobbiamo entrare con la moto attraverso una
grande vasca per “disinfettare” le ruote, poi c’è il controllo passaporti. Si
passa poi alla compilazione, in duplice copia, di un formulario e alla
registrazione dei dati della moto. Gli uffici sono minuscole stanzette che si
aprono su di uno stretto corridoio. E’ la una e mezza, non abbiamo mangiato
nulla dalle 6 di stamattina e fa un caldo bestia. L’attesa si protrae a lungo
perché gli addetti non capiscono i dati dei veicoli. A nulla servono le
spiegazioni di Knut che mostra loro il libretto internazionale, non capiscono
cosa sia e vanno avanti e indietro dalla palazzina degli uffici. Siamo riusciti
a ripartire solo dopo le 15! Il paesaggio che attraversiamo è verdissimo! Campi
di cotone, alberi da frutto, ortaggi e piccoli villaggi di basse casette,
davanti alle quali le donne lavano i tappeti…in mezzo alla strada!
Dopo un’ottantina di chilometri entriamo a Kiva dove prendiamo
alloggio all’Asia hotel, proprio di fronte alla Porta sud della città vecchia.
La sera ceniamo al Dilnura Cafè, situato fuori dalla Porta est. Abbiamo
percorso un paio di chilometri circa per arrivarvi, ma ne valeva la pena. Il locale è
frequentato dalla gente del posto e si mangia bene. Il pasto con 2 birre e il
te 20000 som.
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