14 luglio
Ieri, in hotel, abbiamo conosciuto una coppia di italiani,
di Bologna, che viaggiano su un fuoristrada. Provengono dal Tajikistan. Ci
hanno confermato che la frontiera di Pendzihikent è chiusa e consigliato di
passare da quella più a sud. Allungheremmo un po’ il percorso, ma eviteremmo di
transitare a nord, attraverso l’Anzob tunnel detto anche tunnel della morte.
Stamattina abbiamo consumato la colazione insieme,
scambiandoci dritte e informazioni.
Poi, macchine fotografiche in spalla, siamo usciti nel sole,
dirigendoci verso il complesso del Registan: 26000 som il costo del biglietto
(circa 10 dollari!). Le tre imponenti Medrasse si fronteggiano, con i loro alti
portali e le cupole turchesi. La più antica è quella di Ulughbek, sul lato
ovest, ma la più interessante è la Medressa Tilla
Kari , il cui interno presenta arabeschi e decori con lamine
d’oro. L’ultima, la Medressa Sher Dor
ha un curioso portale d’ingresso decorato con tigri. Abbiamo poi preso un
veicolo elettrico per percorrere il lungo viale pedonale, al fondo del quale, a
sinistra, si apre il bazar…moderno! Da lì ci siamo incamminati sotto il sole per
raggiungere lo spettacolare viale dei Mausolei, Shan-i-Zinda. Meraviglioso
luogo ove sono sepolti i membri delle famiglie di Tamerlano e di suo nipote
Ulughbek. Si sale una ripida scalinata di mattoni prima di giungere nel “viale”
vero e proprio, dove, a sinistra e a destra si ergono i magnifici santuari,
interamente ricoperti di piastrelle di maiolica in tutte le tonalità del blu e
del turchese.
Siamo poi tornati sui nostri passi, costeggiando il vecchio
quartiere ebraico, sino al viale pedonale abbiamo sostato per pranzo in un
cafè. Infine abbiamo visitato la moschea di Bibi Khanym, un luogo suggestivo,
tranquillo, dove ammirare i resti degli edifici che sorgono intorno al piccolo
cortile, seduti all’ombra di grandi alberi. Tutt’intorno uno svolazzare di
colombe e il richiamo chioccio dei “ notteskriker”.
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