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martedì 10 luglio 2012

6 luglio Bastam / Quchan

6 luglio
Bastam-Quchan
Di nuovo giù nel deserto. Il caldo diventa pesante da sopportare, ma peggio è attraversare questo territorio così spoglio, nudo, secco. L’anima anela un po’ di verde…poi si sale in quota, attraverso montagne ocra e marrone. Altri chilometri che sembrano infiniti, spezzati solo dalle soste per il carburante e per comprare dell’acqua. La camel back si rivela ancora una volta utilissima, l’acqua si conserva fresca. All’improvviso appare un branco di dromedari, saranno una trentina e stanno brucando. Fermiamo la moto e ci avviciniamo agli animali per fotografarli. Altri ci hanno preceduto. Quando vedono le moto si dirigono verso di noi e…si ripete la solita scena: “welcome” “ Da dove venite?” Ci circondano desiderosi di vedere da vicino e toccare il nostro “mostro”. Poi chiedono il permesso di scattare fotografie e…non finiscono più! Ripartiamo e ci fermiamo solo verso mezzogiorno, sulla strada, per acquistare un melone dai contadini. Ne prendo uno bello pesante e Knut lo lega sulla borsa posteriore, poi si riparte. Ci fermiamo tra i monti, ad uno specchio d’acqua tra gli alberi, dove molte famiglie iraniane stanno facendo pic-nic ( agli iraniani piace trascorrere i giorni di riposo in questo modo). Dopo il pasto frugale a base di melone e pistacchi ripartiamo alla volta di Quchan. Il paese dista un’ottantina di chilometri dalla frontiera con il Turkmenistan. Non vi sono hotel. Un bel giovane, distinto, si avvicina e, in inglese ci domanda se abbiamo bisogno di un aiuto. Gli chiediamo se conosce la via di un albergo segnalato dalla Lonly Planet. Ci accompagna fino al luogo e funge da interprete con la proprietaria della modesta locanda. Il problema è che  dovremmo lasciare i veicoli in strada…Notata la nostra perplessità, dopo essersi consultato con l’amico, ci invita a trascorrere la notte come ospiti a casa dell’amico e dei di lui  frstelli.Accettiamo la generosa offerta e li seguiamo. Arrivati all’abitazione troviamo ad attenderci le sorelle e i fratelli dell’ospite, la  giovane sorella di Mamud, il ragazzo che si è  offerto di aiutarci, un amico e la moglie. Ci hanno fatto parcheggiare le moto nel cortile, poi, dopo esserci tolte le scarpe, ci hanno invitato ad accomodarci nell’ampio salone, sui magnifici tappeti che ricoprivano il pavimento. Ci hanno offerto del te e invitato a fare come se fossimo a casa nostra. La sera abbiamo preparato insieme la cena a base di spaghetti al ragù, accompagnati da peperoni, cipolle ed una fresca bevanda a base di yogurt. La serata è proseguita conversando sui diversi usi e costumi, sulla politica e la religione, con Mamud che fungeva da interprete tra noi e gli amici. L’ospitalità di questi giovani che ci hanno aperto le porte della loro casa, offrendoci le loro camere, rifocillandoci e mettendosi a nostra disposizione ci ha davvero toccato il cuore. Questi momenti di condivisione, allegria, risate, foto scattate a ripetizione gli uni agli altri, il piacere e la curiosità di conoscerci…resteranno per sempre nei nostri cuori.
Ecco, dopo stasera posso davvero dire che la gente amichevole, gentile, ospitale di questo Paese  non merita la fama negativa che ha in occidente a causa di chi la governa.






  
  







  

 

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